Per parlare di me e Matteo Sicios è bene che dica qualcosa di me subito, così capirete perché ho a che fare con lui. Io mi occupo di beni culturali territoriali da 25 anni. Siamo nel 2018, quindi se leggerete questo post tra qualche anno, usate la matematica basilare. Quindi se mi occupo di beni culturali territoriali, mi occupo di storia dell’arte, essendo nato alla Cultura universitaria in quel mondo, e poi sono divenuto un territorialista, legato al paesaggio, all’agricoltura, all’alimentazione. Con queste premesse, lavorando anche nel settore della formazione, ogni tanto vedevo tra gli altri docenti “Matteo Sicios, comunicazione e valorizzazione dei Beni Culturali”. Ora, dato che a livello di formazione professionale i docenti vengono da ogni dove, per me Matteo Sicios era rimasto per molto tempo un mistero attrattivo. Perché a quanto pare insegnava e faceva attività che mi parevano necessarie. Poi iniziarono a parlarmene: “è bravissimo, andreste d’accordo, parlate lo stesso linguaggio”…e però chi lo incontrava mai, ‘sto Matteo Sicios. Sicios Sicios Sicios…ovunque mi proponessi, saltava fuori come un coniglio dal cilindro di un prestigiatore. Alla fine, e siamo già nel secondo decennio del XXI secolo, l’era, si pensa della Comunicazione, ci si incontra. Come docenti collaborativi in un corso di formazione. Ecco, non posso dire che sia stato amore a prima vista perché abbiamo orientamenti personali uguali. Quindi non ci amiamo nel senso fisico emotivo del termine. Però abbiamo subito collaborato. Progettato. Ideato. Comunicato. La cosa che mi ha stupito subito: “Oddio è giovane !!!!”. Io mi sento giovane dentro, ma non sono un “nativo digitale” come lui. Però ho capito che ha una formazione solida e la prima cosa che emerge è una: sa ascoltare. Non ti interrompe mai, lascia che un pirotecnico immaginoso come me si sfoghi, poi incanala il flusso ideativo. Si pone sempre a favore dell’interlocutore, cerca di capire le sue necessità, parte sempre da una indagine dello stato di fatto. Poi, se pensi ad una soluzione, soprattutto tecnologica, lui ce l’ha. Anzi, ne ha diverse ed ha anche quelle che tu non conosci ancora. Vive proiettato in un mondo umano perché si occupa di desideri, ma al tempo stesso è proiettato nel futuro. Come me, profitta delle novità tecnologiche rendendole fruibili ed utili. Pensate solo allo smartphone. Sto scrivendo nel 2018. Esiste da 10 anni. In Italia è più importante di molte altre cose giunte da secoli. Altrove, anche…dunque…fatevene una ragione. Matteo ha una splendida famiglia, conosce le necessità di chi deve imparare per primo: i bambini. E degli adulti che dovrebbero tornare a scuola. Attenzione, qui finisce la melassa. Matteo è come la focaccia genovese che ama moltissimo. Sottile, croccante, sapido. Quindi, non fatelo arrabbiare, non fategli perdere tempo, seguitelo. Perché ha i suoi spigoli. È anche umano.

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